crisi delle "aquile"

Un anno e un mese sono bastati a Bruno Laze per diventare un amato, capro espiatorio in Benfica e perdere tutto l'amore e il sostegno che aveva. Da campione del Portogallo nel maggio 2019, a n. 1 responsabile della crisi delle "aquile". Si è dimesso dopo la nuova sconfitta per 2-0 della sua squadra contro Maritimo, con i campioni dello scorso anno ora a -6 dai campioni del Porto ...

Laze aveva preso il posto lasciato vacante da Rui Vitoria nel gennaio dello scorso anno ed era riuscito a portare le Capitals a un titolo che fino a quel momento sembrava impossibile. In qualche modo, ha conquistato i cuori di tutti. Finalmente un allenatore che poteva imporre una filosofia diversa, con un calcio più divertente al Da Luz. In questa stagione, però, le sue decisioni sono state illeggibili e "incomprensibili" per chi, dall'esterno, ma soprattutto per chi è dentro il corpo. La sconfitta per 3-2 contro il Porto l'8 febbraio è stata l'inizio della fine, anche se l'interruzione dovuta alla pandemia di coronavirus è stata vista come l'occasione per la ripresa di cui il Benfica aveva così disperatamente bisogno. Qualcosa che non è mai successo, dopotutto.

Invece, il sistema è crollato, con i giocatori che vagavano per il campo senza alcuna fiducia ed energia. Molti si stavano preparando per i trasferimenti e per via del coronavirus rimarranno, altri hanno già in mente dove giocheranno la prossima stagione. I tifosi, dopo aver aggredito i calciatori e ferito anche Weigl e Zivkovic, si sono rivolti agli attacchi verbali al tecnico 44enne e da ieri si sono opposti anche al presidente Luis Filipe Vieira, definendolo "l'architetto del disastro". La sua stessa mania di profitto dalle vendite dei giocatori ha portato la squadra a questa situazione ed è un grande punto interrogativo come andrà a finire la situazione.

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